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Visite infernot dell'Ecomuseo

Apertura venerdì e sabato su prenotazione. Domenica orario 10-12 e 16-18

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Un patrimonio di tutti a cielo aperto

LA FONDAZIONE

Fondazione Ecomuseo della Pietra da Cantoni

Scopo della Fondazione è recuperare e valorizzare la Pietra da Cantoni e il paesaggio monferrino nelle sue componenti edilizie, agricole e forestali, nonché promuovere il territorio. L’Ecomuseo fa parte della Rete Ecomusei del Piemonte.

Prima del restauro
Dopo il restauro
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Il palazzo e l'Ecomuseo

L’immobile, denominato Palazzo Volta, donato agli inizi del 2000 dalla Curia di Casale, è stato casa parrocchiale dalla seconda metà del ‘600, ed oggi e la sede dell’Ecomuseo della Pietra da Cantoni. Il palazzo costituisce un monumento di notevole interesse storico-artistico nell’ambito della cultura locale anche alla luce degli elementi architettonici emersi nella recente fase di restauro in cui sono tornati alla luce il loggiato realizzato con colonne in pietra da cantoni posto al primo e al secondo piano. Il complesso si affacciava a nord su un giardino pensile dalle notevoli dimensioni, sostenuto da un muro di contenimento ancora oggi esistente che si sviluppava da est a ovest con un andamento a gradoni.

Il palazzo si presentava come opera di semplice edilizia; la facciata intonacata e strutturata nel gusto degli anni’20 del ‘900 non evidenziava alcune elemento architettonico di particolare pregio. Dall’analisi dei documenti storici si evince che l’edificio fu destinato a canonica in seguito ad un atto rogato dal notaio Antonio Ferraro nell’ottobre del 1662: il palazzo fu ceduto dai “Legati M. R. e Antonij Volta” alla Comunità parrocchiale in cambio di una modesta casa ubicata lontana dalla Chiesa occupata da Don Ludovico Pellizzone di Frassinello Monferrato, parroco di Cella. 

In quell’anno ha dunque cambiato destinazione d’uso, passando da abitazione civile a canonica. E’ stato anche trovato il documento che testimonia le ristrutturazioni del 1926 con l’inserimento del balcone e vari altri lavori. Un documento del 1929, scritto dal parroco Emanuele Cima, ipotizza la costruzione della casa nel 1780, richiamando documenti non identificati; questo indica chiaramente che l’edificio non aveva più alcun elemento dell’aspetto originario quattrocentesco e di conseguenza si deduce che nel 1780 quegli elementi erano stati cancellati intonacando la facciata.

Soci Fondatori

Tra le 25 realtà che fanno parte della rete ecomuseale piemontese, l’Ecomuseo della Pietra da Cantoni, istituito dal Consiglio Regionale con D.C.R. n. 284/10922 il 1 aprile 2003, racconta e valorizza la particolarità e l’unicità della vita e del paesaggio del Monferrato Casalese, in particolare della Pietra da Cantoni, promovendo iniziative volte al suo recupero non solo come testimonianza storica e di vita famigliare e sociale, ma anche per rivitalizzare e reinterpretare il ruolo funzionale ed economico rispetto all’attività e alle produzioni agricole tipiche di questo territorio.

L’Ecomuseo è gestito dalla Fondazione Ecomuseo della Pietra da Cantoni. Ha come soci fondatori

Sono inoltre Soci i Comuni

“La Regione Piemonte promuove l’istituzione di Ecomusei sul proprio territorio allo scopo di ricostruire, testimoniare e valorizzare la memoria storica, la vita, la cultura materiale, le relazioni fra ambiente naturale ed ambiente antropizzato, le tradizioni, le attività ed il modo in cui l’insediamento tradizionale ha caratterizzato la formazione e l’evoluzione del paesaggio” (art. 1 L.R. 31/1995).

Il Monferrato degli infernot

L’infernot è una piccola camera sotterranea, scavata nella Pietra da Cantoni senza luce ed aerazione, generalmente raggiungibile attraverso una cantina, e utilizzata per custodire il vino imbottigliato